Da Avvenire del 4 novembre 2017
di Marco Impagliazzo
Ebraismo, fine di un pregiudizio Da uno studio di De Cesaris l’antico ponte col cattolicesimo. Da parte cattolica fu contrapposizione religiosa, non razziale E dal ‘900 si valorizzò il «comune spirito semita».
“Spiritualmente semiti. La risposta cattolica all’antisemitismo”, è il nuovo libro di Valerio De Cesaris, studioso da lunga data dell’argomento, edito dalle edizioni Guerini (pagine 192, euro 20,00). Il titolo esprime bene il punto di vista dell’autore, il quale anche in precedenza, con i suoi saggi “Pro Judaeis” (2006) e “Vaticano, fascismo e questione razziale” (2010), ha messo bene in luce come al di là delle superficiali affinità, sul piano storico tra cattolicesimo e antisemitismo ci sia una sostanziale incompatibilità. Questo non vuol dire certo che nella storia del cristianesimo il pregiudizio antiebraico non trovi posto, ma che il pregiudizio religioso, definito antigiudaismo, non sia assimilabile a quello nazionalista di stampo razziale. La parabola dell’antigiudaismo religioso è, infatti, diversa da quella dell’antisemitismo moderno, che si afferma negli ultimi decenni dell’Ottocento.
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