Marco Impagliazzo, ambasciatore di pace per i casi difficili

da Famiglia Cristiana del 20/07/2017

di Vittoria Prisciandaro

Da tempo la Comunità di Sant’ Egidio è considerata una “diplomazia alternativa”: ora arriva il  riconoscimento ufficiale. Il suo presidente interviene al Consiglio di sicurezza dell’ Onu per dare un futuro al Centrafrica

Dalle stradine di Trastevere ai grattacieli delle Nazioni Unite. Il 12 giugno il presidente della Comunità di Sant’ Egidio, Marco Impagliazzo, ha partecipato al Consiglio di sicurezza dell’ Onu. Un invito nato per un confronto sulla difficile situazione della Repubblica Centrafricana, sulle possibilità di giungere alla fine della crisi e sulle vie di pace da percorrere. Un riconoscimento importante per la Comunità, che ha firmato un accordo di collaborazione con l’ Onu, attraverso il sottosegretario agli Affari politici Jeffrey Feltman, sulla pace e la prevenzione dei conflitti nel mondo.

Di ritorno da New York, nella sede della Comunità, dove sono passati Papi e patriarchi, politici e monarchi, con il professor Impagliazzo parliamo di questo importante riconoscimento a livello internazionale. E dell’ accordo per la pace in Centrafrica firmato a Roma, il 19 giugno.

«La situazione in Centrafrica va peggiorando, crescono le divisioni e le violenze, c’ è tanta povertà, sono calpestati i diritti umani di tante persone, il Paese è frammentato e c’ è poco controllo da parte sia dell’ esercito che del governo. L’ Onu ha un inviato speciale, ha delle truppe, ma serviva un’ iniziativa politica. Il fatto che l’ Italia sia membro del Consiglio di sicurezza nel 2017 ha favorito l’ invito alla Comunità di Sant’ Egidio perché portasse una proposta positiva. È stata la prima volta da quando lavoriamo sui temi della pace, quindi per noi è un momento storico. L’ accordo di Roma è nel segno di rilanciare il dialogo politico tra le diverse parti e fazioni etniche, religiose, militari di vario tipo. Solo con una ripresa della politica si potrà vedere un futuro per il Paese».

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