Andare avanti insieme come popolo. La crisi della società italiana e il ruolo della Chiesa. Intervista a Marco Impagliazzo

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da Osservatore Romano del 27 maggio 2019 (di Andrea Monda)

«Camminare e andare avanti come popolo». Questo è lo spirito della sinodalità.

Lo sottolinea Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio e ordinario di Storia contemporanea all’Università Roma Tre, in questa intervista con la quale «L’Osservatore Romano» vuole continuare ad alimentare la riflessione e il dibattito sul ruolo della Chiesa italiana di fronte alla crisi della società attuale. Dopo Giuseppe De Rita (22 maggio), Stefano Zamagni (24 maggio) e Mauro Magatti (25 maggio), Marco Impagliazzo analizza i fenomeni della solitudine e del rancore sociale, della paura della Chiesa a porsi in stato di uscita ma anche della forza propulsiva che risiede in tutte le componenti del popolo di Dio.

Giuseppe De Rita su queste pagine ha affermato che per il buon governo c’è bisogno di due autorità: una civile e una spirituale-religiosa. Quella civile garantisce la sicurezza, quella spirituale offre un orizzonte di senso. L’uomo ha bisogno di tutte e due le cose. Se invece si esclude una delle due, la società soffre, diventa schizofrenica. In questo sarebbe il ruolo della Chiesa nell’attuale situazione italiana.

Abbiamo visto i disastri che hanno fatto nel secolo scorso le ideologie che, con un impeto totalitario, hanno voluto chiudere il cielo sugli uomini e le donne. Che cosa ha significato in termini di sofferenza umana, oltre che sociale, l’aver impedito la pratica delle religioni? Non solo il cristianesimo, ma anche l’islam. E si è voluto distruggere l’ebraismo in Europa da parte del nazismo. Si è arrivati al paradosso dell’Albania comunista che, nel 1967, abolì le religioni, vietandone la pratica. Era il culmine di un processo durato tutto il Novecento. Sono quindi d’accordo con De Rita, l’uomo e la donna non vivono di solo pane, ma hanno bisogno di comunità e riferimenti spirituali.