Il Papa nell’Africa delle risorse umane

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Huffington Post del 25 novembre 2015

di Marco Impagliazzo

Papa Francesco è in Africa per la prima volta. Un viaggio in paesi come Kenya e Uganda che hanno intrapreso una via di sviluppo e di stabilità dopo anni di grandi sofferenze, con una problematica tappa in Centrafrica, dove milizie di vario genere terrorizzano la popolazione e minacciano la stessa visita. Ma Francesco va come pellegrino di pace e porta un messaggio di riconciliazione e di futuro a un popolo ferito e atterrito da anni di violenze. Come ogni spostamento del Papa, anche questo mobilita i media e l’attenzione internazionale, delle cancellerie ma anche dei popoli. L’Africa, in questa settimana, sarà al centro dell’interesse mondiale, tra afro-pessimismo e afro-ottimismo.

Molti europei, a differenza del passato, ritengono l’Africa piena di problemi, addirittura una minaccia: emigrazioni di massa, malattie, terrorismo. Si discute sul fallimento economico degli Stati, mentre le analisi sembrano limitarsi al mercato delle materie prime e alla competizione con i cinesi. Le opinioni pubbliche europee non si entusiasmano di ciò che accadde nel continente, l’unico riflesso è il pessimismo. Eppure l’Africa è piena di risorse. Non è soltanto un giacimento a cielo aperto, ma anche piena di risorse umane.

A un’Europa demograficamente invecchiata l’Africa risponde con la forza dei suoi giovani. Il problema sarebbe quello di accrescerne le opportunità. Sarebbe altresì utile ritornare al vecchio sogno eurafricano dei padri fondatori dell’Europa. Una Comunità di destino – l’Eurafrica- fatta di storia, geografia, lingue e cultura ci unisce. Perché non tornare a valorizzarla, invece che ad averne paura o ignorarla? Il viaggio di Francesco ci ricolloca verso un’Africa delle opportunità. La Chiesa vuole valorizzare il continente nero con la presenza e la parola del Papa. Essa stessa è sfidata da una popolazione dinamica di fedeli che spesso non trovano le vie per emergere, stretti in concezioni ancora troppo clericali. Nascerà una nuova alleanza tra giovani africani e Chiesa cattolica in favore della pace, dello sviluppo, di un futuro migliore, e capace di offrire risposte al dilagare delle sette e dei gruppi neopentecostali?

I martiri che il Papa onorerà in Uganda erano giovani e laici. La loro testimonianza, fatta di radicalità evangelica e lotta contro il male, fa riflettere. Non soltanto di fronte ad altre espressioni recenti – e negative – di martirio nichilista e sanguinario ma anche sulla forza di bene rappresentata da giovani che oggi andrebbero sostenuti nel loro desiderio di una vita migliore. Francesco è in Africa anche per questo.

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