da Avvenire del 2 agosto 2016
di Marco Impagliazzo
Ci si chiede da tempo come affrontare il terrorismo con la sua imprevedibile ed efferata violenza. È una domanda che attraversa le società europee che, specie in Francia, sono colpite violentemente e ripetutamente: i cittadini vivono la vita di ogni giorno, nei luoghi e negli spazi pubblici, sentendosi a rischio. È una domanda che si è fatta più angosciante dopo l’assassinio di padre Jacques Hamel in chiesa, al termine della Messa. Finora si è risposto senza cedere alla trappola dell’odio e della vendetta, con il rafforzamento della coesione sociale e della convivenza pacifica. È quello che i terroristi cercano di perturbare e distruggere. Vogliono colpire il vivere insieme tra gente di religione diversa, insinuando il virus dell’odio. Ci vuole, naturalmente, il rafforzamento dei sistemi di intelligence e di sicurezza. È la risposta della civiltà del diritto, qual è quella europea, alla barbarie del terrorismo omicida.
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