Avvenire del 27 ottobre 2016
di Marco Impagliazzo
Il 5 ottobre scorso papa Francesco twittava: «Il dialogo ecumenico e interreligioso non è un lusso, ma qualcosa di cui il mondo, ferito da conflitti e divisioni, ha sempre più bisogno». Incontrare l’altro, dialogare, non è un “di più”, cui si può rinunciare di fronte alle difficoltà, anche quando appaiono grandi. Al contrario è una vera e propria necessità di questo tempo di globalizzazione e di rimescolamento, di allargamento di orizzonti e di accelerazione della storia. L’alternativa al dialogo, in uno scenario del genere, non è il monologo, bensì il conflitto.
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