Società più anziana, una risorsa per tutti

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Il Secolo XIX, 27 ottobre 2013

Il XXI secolo sarà ricordato come il secolo della longevità di massa. Nel 1950 la percentuale di anziani nel mondo era 1`8%, nel 2050 raggiungerà il 21%: oltre due miliardi di anziani. Quell`anno entreremo tuttinella “società anziana”: per la prima volta nella storia del genere umano il numero di senior supererà quello dei minori. Dovremmo rallegrarcene: il fatto che la maggioranza della popolazione, e non pochi privilegiati come in passato, possa raggiungere l`età anziana – e anche un`età molto anziana – è una delle conquiste più significative del progresso umano e una vittoria sui tanti nemici della salute e del benessere dell`uomo e della donna.Eppure la vecchiaia fa paura. Si evocano spesso termini quali “flagello dell`invecchiamento” o “tsunami demografico”.
Il discorso pubblico sulla condizione anziana è afasico. Manca un pensiero sulla vecchiaia. E gli anziani, pur se così familiari a tanti di noi, almeno come nonni e bisnonni, restano un continente ancora da esplorare. E quel che si propone di fare il libro “La forza degli anni. Lezioni sulla vecchiaia per giovani e famiglie”, che rilegge la lunga storia di amicizia della Comunità di Sant`Egidio con gli anziani, dalle periferie di Roma, Genova al mondo intero. Il nostro tempo non riesce a dar valore alla vecchiaia. Regala agli anziani tanti anni in più da vivere, ma non sa che cosa farsene. Siamo troppo ammalati di “presentiamo”, la profondità della memoria ci sfugge (e per questo non sappiamo guardare al futuro), il mondo si ferma ai confini dell`io. Soprattutto abbiamo orrore della debolezza, benché sia un tratto antropologico fondamentale della condizione umana, anche di chi gode di maggior salute e vigore o nel momento della ricchezza e del ruolo. Sembra ci piaccia tanto vivere da soli, questa nuova condizione di singletudine tanto vezzeggiata dalla post-modernità, ma in fondo rischiosa e terribile, come si vede dal naufragio di tante vite specialmente in tempo di crisi. Ecco perché non si comprendono la forza degli anni e le straordinarie potenzialità dell`uomo e della donna che invecchiano.

Gli anziani sono una risorsa insostituibile per le nostre società. Hanno tempo, una buona dose di saggezza, non fosse altro perché hanno vissuto, sono ormai fuori dai meccanismi competitivi e per questo sono individui mediamente più liberi e più generosi degli altri.  Sono i profeti della compagnia e della gratuità, sanno costruire attorno a sé spazi di attenzione, ascolto e relazione. Far restare l`anziano a casa sua mobilita energie volontarie di sostegno anche al di fuori della sua famiglia. Attraverso gli anziani riscopriamo poi l’importanza del rapporto personale, dell’amicizia, dell’arte della conversazione, insomma della profondità delle relazioni umane, messe a dura prova oggi dalla fretta, dalla superficialità e dal dominio dell`io. Per questo i vecchi esercitano oggi una forza attrattiva sulle giovani generazioni. Nel tempo della “evaporazione del padre”, gli anziani sembrano esercitare compiti educativi nuovi, ancora poco indagati, verso le giovani generazioni. Bisogna tornare a vivere insieme, a mescolare le generazioni.

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