di Paolo Rodari, La Repubblica, 13 luglio 2020
CITTÀ DEL VATICANO – “Credo che la decisione della Turchia di riconvertire Santa Sofia in moschea vada letta più in modo politico che religioso”.
Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio e professore ordinario di storia contemporanea, commenta così la vicenda riguardante l’ex basilica bizantina di Santa Sofia ad Istanbul, ventiquattro ore dopo le parole del Papa al termine dell’Angelus in piazza San Pietro.
Perché ritiene sia un fatto politico?
“A mio avviso vi sono state più pressioni da parte della destra nazionalista che da parte del mondo musulmano in quanto tale. Il mondo musulmano non ha esultato, non ho visto posizioni particolari, né positive né negative”.
Come legge le parole del Papa?
“Penso che Francesco abbia lecitamente espresso il suo dolore anche per un senso di vicinanza e amicizia col mondo ortodosso particolarmente colpito dalla decisione turca. La Turchia ha detto che in parte Santa Sofia dovrebbe rimanere museo e ciò fa sperare. Ma certo per gli ortodossi resta una ferita difficile da rimarginare”.
Bartolomeo I ha parlato del rischio di reazioni negative nel mondo cristiano.
“Questo rischio c’è. Nel mondo della globalizzazione questa decisione potrebbe esacerbare gli animi. Auguriamoci che vi sia una reazione soltanto culturale e non di altro segno. Nel mondo di oggi più che toccare simboli o luoghi del passato, soprattutto se sono religiosi, conviene sempre costruire una storia nuova libera dal peso dei contrasti passati”.
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