Volontari, il meglio del paese

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Anche quest’anno, come a ogni inizio estate, si scorgono iniziative varie, che attraversano l’Italia dal Nord al Sud, portate avanti da giovani, adulti, anziani, che scelgono di spendere almeno una parte delle ferie in una vacanza solidale. Cioè a beneficio di settori della popolazione che di vacanze ne fanno poche o che vivono ai margini delle nostre città.
Sono mesi in cui emerge con più evidenza il valore del volontariato, proprio perché all’opera in una stagione che presenta grandi contrasti mettendo maggiormente in risalto le disuguaglianze. Ma qual è lo stato di salute del volontariato oggi in Italia? L’Istat ha registrato, un mese fa, una diminuzione dei volontari del 15,7% rispetto al 2015 mentre anche alcune recenti ricerche del Forum del Terzo settore hanno messo in evidenza come ci sia un calo del numero di giovani impegnati in questa scelta. Non è chiaro, però, se siano i giovani a diminuire o le associazioni di volontariato.
Ma che cos’è volontariato? Non è facile definirlo perché è ambiguamente confuso con attività molto diversificate tra loro. La crescita del volontariato come soggetto sociale matura con la crisi della militanza politica. A essa si affianca e poi si sostituisce una nuova forma di impegno, che Marco Revelli, uno storico critico del Novecento, definisce così: «Individui, animati dal proprio senso di responsabilità, ma indispensabili per tenere insieme le cose». È il ritorno della persona solidale: «Sotto traccia, invisibile o appena percepibile (…) una sottile ma fitta e diffusa trama di atomi positivi è da tempo in azione. Annodano i fili, consapevoli del ‘valore di legame’, laddove tutto sembrerebbe spingere verso la rescissione dei vincoli e lo spaesamento come condizione di efficienza e rapidità». Parla del volontariato. Se è questo, è cosa diversa dal Terzo Settore, a cui spesso è impropriamente assimilato.
Il Terzo Settore, una parte rilevante e in crescita della nostra economia, che svolge attività di grande valore sociale e solidaristico, è mestiere, professione. Il volontariato è servizio che comportala gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini. Non è facile il rapporto tra il volontariato e i servizi pubblici, anche se forse oggi c’è diffidenza reciproca. Certo, una feconda collaborazione è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di una società più giusta, più coesa, più inclusiva.
Il volontariato arriva prima e più in profondità dello Stato e delle sue articolazioni. I servizi pubblici sono stanziali. Collocati in un luogo preciso della città. Le articolazioni sociali del volontariato sono invece itineranti. Si muovono, cercano, vanno incontro, entrano direttamente negli interstizi del tessuto sociale. In particolare, la loro capacità previsionale deve essere messa a frutto adeguatamente. I progetti sperimentali, che vanno ad alimentare il grande contenitore delle buone pratiche sono spesso frutto della fantasia creativa del volontariato. Un esempio sono i corridoi umanitari per i rifugiati che, grazie a Sant’Egidio – in alleanza con altri soggetti ecclesiali e civili – hanno portato in Italia legalmente, in poco più di sette anni, oltre seimila persone fuggite da guerre, torture, prigionia, difficoltà di ogni genere; e che grazie all’attivazione di una grossa parte di società civile in Italia e altri Paesi europei, hanno forgiato un modello orientato dai criteri dell’accoglienza diffusa e dell’integrazione nel contesto umano e sociale del paese di arrivo.
È la risposta di una società civile che decide di non girarsi dall’altra parte, ma di offrire soluzioni a questioni complesse. Il futuro si costruisce anche con la gratuità di chi si dà da fare per gli altri. Che non è mai perdita di tempo ma conquista di umanità.

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