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La Chiesa dei poveri. Marco Impagliazzo sulla Giornata Mondiale

«Occorre ricordare alle nostre comunità che sono al centro dell’intera opera pastorale» «Sei tu, mio Signore, la mia speranza». Il titolo del Messaggio di Leone XIV per la Giornata mondiale dei poveri, citando il Salmo…

Il linguaggio della guerra. Parole d’odio che scavano solchi

Marco Impagliazzo riflette sul potere delle parole e sui rischi dell’hate speech che, dai social fino alla politica, alimenta polarizzazione, esclusione e conflitto. Le parole di odio preparano il terreno a violenza e guerre, minando la qualità del dibattito pubblico e la convivenza democratica. In un mondo sempre più segnato da solitudine digitale e clima bellicista, occorre “difendere i confini” della cultura umanista, isolando la zizzania della contrapposizione e recuperando responsabilità e pensieri lunghi.

Contro l’oblio osare la pace

L’agosto appena trascorso ci restituisce l’immagine di un mondo attraversato da conflitti dimenticati o rimossi: da Gaza all’Ucraina, fino all’Afghanistan e all’Africa. L’oblio, tipico dell’Occidente, non protegge le vittime ma solo noi stessi, distratti e spaesati. Ricordare, invece, significa assumersi la responsabilità di immaginare soluzioni e osare la pace, come ricordano le parole di Bonhoeffer: «La pace va osata».

La lezione di Hiroshima. A 80 anni dall’atomica

A 80 anni da Hiroshima, Marco Impagliazzo ci ricorda che il nucleare è una minaccia esistenziale per l’umanità. La memoria delle vittime non è solo dovere morale, ma fondamento di un impegno attivo per la pace. In un mondo che sembra voler riaprire le porte al disastro, è tempo di ribadire con forza che non esiste giustificazione per strumenti di distruzione così disumani. Hiroshima è una ferita aperta che chiede consapevolezza, responsabilità e scelte coraggiose.

Siamo ancora sonnambuli. Grande guerra e lezioni dimenticate

Marco Impagliazzo richiama il rischio di un nuovo “sonnambulismo” mondiale di fronte alla guerra, paragonando il presente al 1914, quando si entrò nel conflitto senza immaginarne le conseguenze devastanti. Oggi, tra riarmo e conflitti che si moltiplicano e si protraggono, l’umanità sembra ripetere gli stessi errori, trascurando le vere sfide globali come il clima, le migrazioni e la solitudine. L’editoriale è un appello a fermare l’“inutile strage” e ad aprire spazi di diplomazia, per immaginare un nuovo ordine internazionale fondato sulla pace.

Il progetto. I corridoi umanitari sono pezzi di pace dentro la guerra

I corridoi umanitari, attivi in Italia dal 2016 su impulso di Sant’Egidio, Chiese e Istituzioni, rappresentano “pezzi di pace dentro le guerre”: canali sicuri e legali per migliaia di rifugiati fuggiti da conflitti, garantendo accoglienza e integrazione, senza generare paura, ma salvando vite

Solitudini connesse. La sfida educativa nell’era digitale

In un’epoca dominata dalla solitudine digitale, cresce il rischio di isolamento e fragilità relazionale, specialmente tra i giovani. Mentre smartphone e connessioni virtuali sostituiscono sempre più gli incontri reali, emergono segnali di resistenza: cresce infatti la “voglia di comunità”, la ricerca di autenticità e di relazioni umane vere, un’occasione per ricostruire un senso profondo di “noi”.

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