Un tempo di inquietudini e preoccupazioni induce il ripiegamento su di sé e la rassegnazione spingendo al lamento sterile e alla fuga. Ma i credenti hanno la responsabilità di una testimonianza Il Giubileo della speranza…
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Un tempo di inquietudini e preoccupazioni induce il ripiegamento su di sé e la rassegnazione spingendo al lamento sterile e alla fuga. Ma i credenti hanno la responsabilità di una testimonianza Il Giubileo della speranza…
La tragedia della lungodegenza di Settimo Torinese, con anziani maltrattati e legati ai letti, mostra il fallimento di un sistema che non protegge i più fragili. In un Paese che invecchia rapidamente, l’alternativa all’istituzionalizzazione passa per l’attuazione della Legge 33/2023, l’assistenza domiciliare integrata, la telemedicina e il sostegno alle famiglie. Una sfida civile che riguarda tutti: oggi quei fragili sono i nostri genitori, domani saremo noi.
Veniamo da lontano, da Assisi 1986, quando San Giovanni Paolo II, alla fine dell’incontro interreligioso, disse: “la pace è un cantiere aperto a tutti”. Abbiamo continuato anno dopo anno ad incontrarci, convinti che la pace è…
In dialogo nella città eterna. «Siamo dentro una gabbia, senza la mediazione e la diplomazia europee nessuno immagina una soluzione alternativa alla guerra», dice Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio e storico del cristianesimo. Ieri all`Auditorium Parco…
Da oggi al 28 ottobre si svolge a Roma l’evento internazionale «Osare la Pace», promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Sono attese circa 10 mila persone da ogni parte del mondo. Inaugurazione questo pomeriggio alle 17…
«Occorre ricordare alle nostre comunità che sono al centro dell’intera opera pastorale» «Sei tu, mio Signore, la mia speranza». Il titolo del Messaggio di Leone XIV per la Giornata mondiale dei poveri, citando il Salmo…
Marco Impagliazzo riflette sul potere delle parole e sui rischi dell’hate speech che, dai social fino alla politica, alimenta polarizzazione, esclusione e conflitto. Le parole di odio preparano il terreno a violenza e guerre, minando la qualità del dibattito pubblico e la convivenza democratica. In un mondo sempre più segnato da solitudine digitale e clima bellicista, occorre “difendere i confini” della cultura umanista, isolando la zizzania della contrapposizione e recuperando responsabilità e pensieri lunghi.
urono la tragica fine del nazifascismo, con il suo culto del Capo e l’orrore provocato da una guerra disastrosa, divenuta guerra civile, a spingere i padri costituenti, a scegliere per la ricostruzione morale e politica…
L’agosto appena trascorso ci restituisce l’immagine di un mondo attraversato da conflitti dimenticati o rimossi: da Gaza all’Ucraina, fino all’Afghanistan e all’Africa. L’oblio, tipico dell’Occidente, non protegge le vittime ma solo noi stessi, distratti e spaesati. Ricordare, invece, significa assumersi la responsabilità di immaginare soluzioni e osare la pace, come ricordano le parole di Bonhoeffer: «La pace va osata».
A 80 anni da Hiroshima, Marco Impagliazzo ci ricorda che il nucleare è una minaccia esistenziale per l’umanità. La memoria delle vittime non è solo dovere morale, ma fondamento di un impegno attivo per la pace. In un mondo che sembra voler riaprire le porte al disastro, è tempo di ribadire con forza che non esiste giustificazione per strumenti di distruzione così disumani. Hiroshima è una ferita aperta che chiede consapevolezza, responsabilità e scelte coraggiose.