Il linguaggio della guerra. Parole d’odio che scavano solchi

Marco Impagliazzo riflette sul potere delle parole e sui rischi dell’hate speech che, dai social fino alla politica, alimenta polarizzazione, esclusione e conflitto. Le parole di odio preparano il terreno a violenza e guerre, minando la qualità del dibattito pubblico e la convivenza democratica. In un mondo sempre più segnato da solitudine digitale e clima bellicista, occorre “difendere i confini” della cultura umanista, isolando la zizzania della contrapposizione e recuperando responsabilità e pensieri lunghi.

Attenzione: le parole uccidono

La morte di Alika, ambulante nigeriano ucciso barbaramente il 29 luglio a Civitanova Marche, mentre cercava di guadagnare onestamente qualcosa per la sua famiglia, deve farci fermare e riflettere dopo quello che è successo nel…

Difendere i confini dalle erbacce xenofobe

di Marco Impagliazzo da Avvenire del 26 febbraio 2019 Una trasmissione su Radio3, qualche giorno fa, ricordando il centenario della nascita di Primo Levi, dava voce a Fabrizio Gifuni, che aveva letto brani delle sue…