Marco Impagliazzo riflette sul potere delle parole e sui rischi dell’hate speech che, dai social fino alla politica, alimenta polarizzazione, esclusione e conflitto. Le parole di odio preparano il terreno a violenza e guerre, minando la qualità del dibattito pubblico e la convivenza democratica. In un mondo sempre più segnato da solitudine digitale e clima bellicista, occorre “difendere i confini” della cultura umanista, isolando la zizzania della contrapposizione e recuperando responsabilità e pensieri lunghi.
